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Successione e testamenti.

Quando una persona decede viene inevitabilmente aperta la sua successione, la quale sarà devoluta secondo quote differenti a seconda che il de cuius abbia redatto oppure no un testamento.

Lo Studio legale Giupponi assiste la propria clientela nella spiegazione della posizione del cliente, nella redazione del testamento e nella redazione e presentazione all'Agenzia delle Entrate della dichiarazione di Successione.

In assenza di testamento il patrimonio del de cuius viene devoluto secondo il seguente schema, tenendo in ogni caso presente che in presenza del coniuge viene a lui sempre riconosciuto per l'intera durata della sua vita il diritto di abitazione sull'immobile di residenza, così che possa goderne senza preoccupazioni anche se parte delle quote di proprietà vengano assegnate dalla legge ad altri eredi. Più precisamente, in presenza di:

- coniuge ed un figlio, a ciascuno di essi spetterà la quota di 1/2;

- coniuge e due o più figli, al coniuge spetterà la quota di 1/3 ed ai figli la quota di 2/3, che verrà loro assegnata in proporzione in base al loro numero (se sono due figli, 1/3 ciascuno; se sono tre figli, 2/9 ciascuno, e così via);

- coniuge ed ascendenti (pertanto in assenza di figli), al coniuge sarà devoluta la quota di 2/3 ed agli ascendenti la quota di 1/3 (1/6 ciascuno se sono in vita entrambi);

- in presenza di coniuge e fratelli del de cuius, al coniuge sarà devoluta la quota di 2/3 ed ai fratelli la quota di 1/3;

- in presenza di coniuge, ascendenti e fratelli, al coniuge sarà devoluta la quota di 2/3 (pari a 8/12), agli ascendenti la quota di 1/4 (pari a 3/12) ed ai fratelli la quota di 1/12.

La proporzioni delle quote devolute, come già detto, cambiano se si è in presenza di testamento, pur con la precisazione che ciascuno di noi nel corso della propria vita è libero di usare come meglio crede il proprio patrimonio (denaro, immobili, gioielli, ...), ma che detta libertà viene paradossalmente a mancare alla propria morte se vi sono quella categoria di persone che sono chiamati legittimari (coniuge, figli, ascendenti), a cui dovrà essere necessariamente devoluta una quota di eredità.

Al momento dell'apertura della successione - se vi sono state donazioni (risultanti dalle trascrizioni in Conservatoria) o donazioni indirette (ad esempio immobili ceduti ad un prezzo inferiore del prezzo di mercato al fine di agevolare una persona a scapito di un'altra) - trova applicazione la collazione, che impone di conteggiare nella massa ereditaria anche quei beni che non sono più nella disponibilità del de cuius.

Attraverso un testamento il de cuius potrà così devolvere il proprio patrimonio. In presenza di:

- coniuge ed un figlio, potrà liberamente disporre di 1/3 del proprio patrimonio, mentre 1/3 dovrà essere obbligatoriamente devoluto al coniuge ed 1/3 al figlio;

- coniuge e più figli, potrà liberamente disporre di 1/4 del proprio patrimonio, mentre 1/4 dovrà essere devoluto al coniuge ed 1/2 ai figli;

- coniuge, potrà liberamente disporre di 1/2 del proprio patrimonio, mentre 1/2 dovrà essere devoluto al coniuge;

- un figlio, potrà liberamente disporre di 1/2 del proprio patrimonio, mentre 1/2 dovrà essere devoluto al figlio;

- più figli, potrà liberamente disporre di 1/3 del proprio patrimonio, mentre 2/3 dovranno essere devoluto ai figli;

- ascendenti, potrà liberamente disporre di 2/3 del proprio patrimonio, mentre 1/3 dovrà essere devoluto agli ascendenti;

- coniuge ed ascendenti, potrà liberamente disporre di 1/4 del proprio patrimonio, mentre 1/2 dovrà essere devoluto al coniuge ed 1/4 agli ascendenti.

- Cosa accade se le quote dei legittimari non vengono rispettate?

I legittimari, che abbiamo detto essere il coniuge, i figli e gli ascendenti (che assumono rilievo in assenza dei figli del de cuius), potranno impugnare il testamento entro 10 anni dalla data di apertura della successione e chiedere che il testamento venga invalidato nella parte che li ha estromessi o in cui è stato loro assegnato una quota inferiore a quella dovuta.